Il più grande misura centoquaranta metri, realizzato tra il 1373 e il 1382 e racconta l’Apocalisse. Tessuto nel laboratorio di Parigi destinato a ricoprire gli austeri ed infiniti muri di pietra della cattedrale di Angers, da dove, come innumerevoli pagine di un libro illustrato e senza parole, ammoniva ogni visitatore, catturato da un’epopea che attraversa il tempo, con la narrazione di fatti appartenuti ad un passato remoto, o forse ad un futuro inquieto che ancora si deve compiere. Sarà accaduto, accade, accadrà, domande senza risposta in un susseguirsi di eventi straordinari, raccontati con fili di lana, su sfondi, una volta rosso sangue, altre volte blù oceano, in tutti una nota dominante di giallo, rassicurante come l’astro che da sempre dona vita al Pianeta. Immagini forti di draghi con sette teste che sputano fuoco, testimonianze di mostri che abitano abissi senza fine, fuori e dentro gli esseri umani, di cavalieri dal profilo di luce o di tenebre, di angeli che arrestano la loro corsa sopra le porte di una città e demoni che spuntano ovunque. Segni e figure da interpretare insieme ai numeri in un linguaggio iniziatico, misterico, esoterico, chiaro solo a coloro chiamati ad apprendere la conoscenza, agli altri, analfabeti dell’anima, non restava che rimanere attoniti ed impauriti, prigionieri dei propri limiti mentali di tempo e di spazio, incapaci di leggere i sogni ed i segni che aleggiano in ogni realtà. Ieri come oggi. Sempre.
E’ un nuovo appuntamento di sabato nove marzo, alle ore diciassette, parleremo di arazzi, , di mani sapienti che con abilità straordinaria sapevano tradurre scene sacre o profane dipinte da pittori più o meno importanti in manufatti di trama ed ordito, con fili di lana, seta lino o cotone. Lavoro che procedeva ai ritmi lentissimi come i tempi di biblica memoria.
Incontro inedito con tanti spunti, la storia, il maschile e femminile, la bellezza…
Il costo dell’incontro: pochette in tessuto gobelins (quello degli antichi arazzi) in promozione da 20 a 25 euro.
Vi aspetto.
Annamaria