Il grande pittore francese Nicolas Poussin dell’episodio ne ha tratto un magnifico dipinto, oggi al Louvre, cogliendo un attimo drammatico, rendendolo per sempre immobile, con Saffira in primo piano, sullo sfondo perfetto di magnifiche costruzioni classiche.
Da Piera, che ringrazio, ricevo questo commento a Immanuel.
“Grazie Annamaria per avermi invitato alla presentazione del tuo ultimo libro. Hai descritto la tua creatura con un’ enfasi e trasporto tali... che sono stata costretta a leggerlo d’un fiato. Mi è piaciuto molto, come scrivi, la tua versione di una storia così famosa ed importante e tutto l’amore che emerge. Buona lettura a tutti”.
Cinquanta copie vendute in poco più di una settimana, per me sono un successo, consapevole che è frutto dell’apprezzamento al mio lavoro, poi ci sarà il passaparola, arriveranno i primi commenti, alcuni mi sono già pervenuti e ringrazio in particolare chi ha scritto: è una lettura che ispira amore.
“Come una madre amorevole”, chissà quante volte sarà pronunciata questa frase, nel sinodo dei vescovi, evocando così quel femminile da sempre palesemente assente. Non ci sono le madri, non ci sono mai state, e non ci sono neppure i padri, perché coloro che prenderanno la parola, avvalendosi del titolo inappropriato, sono maschi celibi.
Marco Ambibulo, dopo aver onorato i lari e i penati custoditi nel tempietto di casa è diretto all’ufficio del pretorio, da dove partono le missive per tutto il mondo. La posta è celere si serve di tanti mezzi, la destinazione è raggiunta per mare o per terra, dipende dalle condizioni del tempo ma la consegna è sempre garantita.
Un romanzo è una creatura preziosa, chi legge scorre parole, entra in trame più o meno complesse, in storie vicine o lontane, intriganti o noiose e chi scrive vive una vita in simbiosi con i personaggi narrati, sullo sfondo di scenografie sottratte allo scorrere del tempo.
L’ho scritto più volte, è Paolo di Tarso il vero fondatore del cristianesimo, è lui che con cinismo e partendo dalle sue disgraziate condizioni fisiche, tanto da pronunciare con lo sguardo rivolto a se stesso una locuzione terribile: “io sono l’aborto di dio”, diffonde la nuova religione.